“Assoluzione di un amore” è una storia nella storia, vite private che si intrecciano su di un sfondo movimentato e caotico: gli anni sono quelli che vanno dal 67′ al 77′, un decennio controverso e travagliato in cui un’Italia in pieno boom economico-capitalistico deve fare i conti con la forza destabilizzante dei movimenti studenteschi e delle rivolte operaie, con la violenza delle stragi e delle derive terroristiche, dalle BR, ai NAP (Nuclei Armati Proletari), alle bande Nere, un decennio oscuro in cui vengono coniati termini come “strategia della tensione” ed “anni di piombo”.

La storia del nost792275_10200145633498589_2027653734_oro Paese è anche la storia di Angelica, una brava ragazza di provincia che scopre l’università, il movimento studentesco, il sesso ma anche l’amore….poi i ventenni diventano trentenni e tutto cambia: gli studenti preferiscono leggere la Gazzetta dello Sport che preparare ciclostilati, l’impegno politico è filtrato da partiti in cui la distinzione tra destra e sinistra conta meno di una poltrona in parlamento e la lotta comune è ormai ridotta a guerriglia di pochi, le armi sostituiscono le parole, si uccide e si muore.

Angelica uccide e si lascia uccidere da un’idea, da una rivoluzione incompiuta, dalla paura di sbagliare e dall’amore. Gli anni di piombo sono anni densi di fumo: fumo di sigarette, di molotov, di bombe e pistole, fumo che annebbia i pensieri quando la certezza della lotta affronta lo spettro del dubbio, quando si fa largo la consapevolezza che esiste un limite “oltre al quale non si può andare, oltre al quale neppure la rivoluzione è giustificata, oltre al quale è pura follia”.

E’ buia l’anima di Angelica, cupa e tormentata dal dolore fisico e dalle lacerazioni dell’io, così come tetra è la cella dove è rinchiusa. Squarci di luce invadono lo spazio, ricordi che spezzano la tenebra dei suoi pensieri e le regalano una lacrima o un sorriso, figure maschili diverse eppure identiche, in cui continua è la ricerca di un contrappeso con cui bilanciare la sua burrasca interiore. Poi arriva Marco, il pubblico ministero, qualcuno che Angelica conosce, o per lo meno ha conosciuto, molto bene…con lui Angelica scopre che forse, in fondo, “gli opposti si toccano, si completano e sono gli unici che contano”.

 

Commissionato e prodotto dal Centro Studi Calamandrei di Jesi, lo spettacolo della compagnia Proscenio è scritto e diretto da Stefano Tosoni, interprete anche di tutti i ruoli maschili del dramma. Al suo fianco la sorella Francesca Tosoni, al suo debutto da professionista. Le musiche originali sono state composte da Lucio Matricardi e le scene sono di Stefano Poggi.

Il Centro Studi Piero Calamandrei, grazie anche a questo lavoro presentato a Sirolo nella stagione estiva, si è aggiudicato il premio Enriquez 2012 per l’impegno civile, categoria teatro.


 

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