Tre donne, tre sorelle, tre storie che si intrecciano e si diversificano. Pochi anni le separano, ma vasta e incolmabile sembra la distanza tra i tre mondi che rappresentano. Eppure ancora una volta i loro sentieri si intrecciano grazie a una quarta donna, che pur non comparendo mai sulla scena rappresenta la vera protagonista dello spettacolo: la madre.


Ancora una volta, nel corso delle loro esistenze, le tre sorelle si trovano faccia a faccia con le loro diversità e la travagliata  relazione  con la figura materna: conflitti famigliari e conflitti generazionali che si dispiegano negli anni, delineando la grottesca e meravigliosa complessità dell’universo femminile e del rapporto madre figlia.


Tre rami di uno stesso albero che cercano la loro strada verso la luce, tre rami che pur lontani, ancora una volta comprendono di non poter sopravvivere senza le loro radici comuni. Legami familiari che a volte sembrano paradossali ed inspiegabili, ma che ci legano proprio quando sembrano spezzarsi (e spezzarci). Rapporti che sfidano spazio, tempo e razionalità, perché in fondo, per quanto proviamo a sgomitare, correre e lottare, esiste sempre quell’istante più o meno eterno in cui non possiamo far altro che essere.

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