ASSOLUZIONE DI UN AMORE
di Agnese Galatolo
classe III del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci – Jesi
Noi giovani siamo impulsivi e tendiamo agli eccessi. Vediamo soltanto le vie opposte e mai quelle intermedie. Non ci rendiamo conto, quindi, che a questo mondo non c’è mai una netta distinzione tra torto e ragione, tra menzogna e verità, tra attacco e difesa. Il confine è sempre sottile e la linea che lo segna poco visibile, specialmente per chi si trova a un passo da superarla. E quando ci si trova li, a piochi centimetri di distanza, non si ha molta scelta: o si fa un passo indietro o si fa un passo avanti. Angelica, la protagonista di questo spettacolo, non è stata capace di fare il passo giusto. Nell’arco di dieci anni, gli splendidi ideali che aveva quando era una studentessa universitaria, quando, nel 1968, partecipava alle manifestazioni studentesche, l’hanno condotta al limite estremo della ragione e della verità, sulla linea di confine tra la difesa dei propri diritti e l’attacco a quelli degli altri. Seguire ciecamente non tanto i propri ideali, ma qualcuno che sembrava incarnarli, l’ha infine portata a farsi trascinare in qualcosa di molto più grande di lei. in questo modo Angelica, che voleva la libertà, la possibilità di decidere del proprio futuro senza essere un burattino nelle mani di coloro che stanno al vertice del sistema, si è ritrovata ancora più schiava e fragile e con un futuro distrutto dalle sue stesse mani. Angelica a vent’anni voleva l’amore e quando Marco ha avuto paura e, fuggendo, di passi indietro ne ha fatti anche troppi, si è ritrovata accecata anche dalla delusione. Nel 1968 Marco frequentava la sua università e ogni giorno teneva discorsi che ammaliavano folle di giovani pronte e forse bisognose di investire ogni loro energia in un ideale, in uno scopo comune. Marco, però, era tra i pochi che sapevano bene che ” volantini e altoparlanti contro pistole e manganelli” era una lotta impari, ma che non poteva essere altrimenti perché il sistema che cercavano di combattere non aspettava altro che facessero un passo falso e passassero dalla parte del torto. Sì, un passo. Un passo ha diviso i destini di Marco e Angelica, perché lei, abbandonata da marco e convinta di dover “cadere sul campo”, dopo il primo passo si è lasciata trascinare molto oltre il confine ed è diventata una nappista, mentre Marco ha ceduto alla paura. A distanza di dieci anni Angelica è accusata di omicidio e Marco è il, magistrato che si occupa del suo caso. la situazione però si evolverà, perché Marco, che credeva di poter cambiare il sistema dall’interno, parlando con angelica si renderà conto che anche tutti i suoi ideali sono crollati.
La drammaticità di questa storia, che coglie in pieno il contrasto tra i sogni e i progetti di due ragazzi e la realtà in cui devono essere realizzati, tra due generazioni che soffrono per problemi diversi e che tendono entrambe a sminuire il dolore dell’altra, è resa da una recitazione straordinaria, da un linguaggio vivo e realistico e dalla tensione che l’intreccio di flashback e flashforward contribuisce a creare.