EDERA VELENOSA

La parola femminicidio fa ormai parte del nostro lessico comune. Sempre più spesso la cronaca racconta di donne maltrattate, di violenza e di abusi che in gran parte dei casi sfociano in tragedie annunciate. Sempre più spesso ci domandiamo cosa poter fare per arginare quello che appare come un preoccupante segnale di degenerazione della nostra società. Ma la violenza domestica è altro, è qualcosa di radicato e profondo, è una costante e radicale pretesa di possesso dell’uomo sulla donna, è il potere maschile che “occulto” pervade il nostro sistema economico e sociale e trova nella famiglia la sede naturale per riaffermarsi in tutta la sua brutalità. Non si tratta di casi limite o di456spettacolo mostri, si tratta di uomini qualunque, di ogni tipo od estrazione sociale, uomini che pronunciano parole di amore mentre gradualmente mutano se stessi in spietati carnefici. Per questo è importante conoscere, capire, non minimizzare, non sottovalutare, non giustificare…non perdonare. Perché accettare significa permettere. Perché la violenza domestica è una spirale malata che si nutre di se stessa, di menzogne, di non detti, di paure, di silenzi…una spirale che se non viene interrotta può privare una donna della sua giovinezza, dei suoi sorrisi, della sua dignità….della sua vita.

Da qui nasce questo progetto, ideato da Alessandro Rutili, con il supporto di Stefano Tosoni che ne firma la sceneggiatura e lo coadiuva nella messa in scena. Un progetto nato con il consenso del Ministero dell’Istruzione e con la volontà di essere presentato anche all’interno degli istituti scolastici, per trasformasi in veicolo di ascolto e di sensibilizzazione per giovani studenti-spettatori. Un progetto che vuole raccontare attraverso il Teatro e quindi attraverso il corpo e la parola, di quanto per una donna sia difficile accettare che nella sua favola, il principe azzurro e l’orco cattivo siano la stessa identica persona…


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